Archive

Gennaio 2018

Browsing

Giovedì 8Febbraio – ore 17.30

presso la libreria IBS+Libraccio di Ferrara

Presentazione del libro

“Relazioni brutali. Genere e violenza nella cultura mediale”

con 

Sveva Magaraggia

Dialogheranno con l’autrice

Sonia Riccitello, Nada Abroud  (Occhio ai media), Orsetta Giolo (Università degli studi di Ferrara) ed Elisabetta Pavani (Centro Donna Giustizia)

LA VIOLENZA SULLE DONNE NON SI ASSOLVE

Il Coordinamento dei centri antiviolenza dell’Emilia-Romagna si esprime sull’assoluzione di Giacomo Oldrati, ritenuto incapace di intendere e di volere

Giacomo Oldrati, 38 anni, accusato di aver sottoposto a sevizie e abusi due ragazze e averne picchiate altre due nel 2012, è stato assolto dal Tribunale di Bologna perché all’epoca dei fatti era incapace di intendere e di volere. Solo un anno di libertà vigilata per l’uomo, che avrebbe utilizzato una sostanza tossica ricavata dai funghi del corallo per drogare le vittime.

Una sentenza che fa male, perché la violenza sulle donne non si assolve e non si giustifica. Stando alle indagini, era emerso che in episodi differenti l’uomo aveva agito violenza contro l’ex fidanzata, su due coinquiline di lei e anche su una loro amica. Uno scenario che racconta l’indole violenta dell’uomo nei confronti delle donne e che rientra nel copione della violenza di genere, che vede gli uomini accanirsi contro le ex partner perché incapaci di accettare la fine di una storia.

Il Coordinamento dei centri antiviolenza dell’Emilia-Romagna esprime sdegno e rammarico per una sentenza che, come accaduto altre volte, invece di riconoscere la violenza sulle donne per quella che è, un fenomeno sociale e culturale diffuso, la giustifica ricorrendo ad attenuanti e scuse per gli uomini che la agiscono. Giustificazioni che per le donne che subiscono violenza sono uno schiaffo. Con tutto il coraggio e la forza necessari a denunciare una violenza, queste ragazze si trovano a vivere oggi una seconda violenza, un secondo stupro.

Una delle ragazze coinvolte ha dichiarato: “Questa sentenza è sì un secondo stupro, una seconda violazione. È inaccettabile vedere che la persona che ti stava per uccidere, e che ti ha lasciato dentro una ferita che ancora sanguina, non sia stato punito per quello che ha commesso. E che non debba pagare per la sua inaudita violenza contro le donne. È un incubo senza fine e la decisione presa dai giudici mi spaventa, perché terminato l’anno di libertà vigilata, quest’uomo tornerà ad essere un pericolo per tutte le donne che incontrerà“.

Non è per un “delirio mistico”, come si legge su certa stampa, che gli uomini agiscono violenza sulle donne, ma per una cultura maschilista che non riconosce le donne come persone, libere di dire no. Legittimare la violenza significa anche normalizzare l’idea di una sessualità vissuta come sopraffazione degli uomini sulle donne, invece di contribuire a costruire una relazione paritaria tra uomini e donne.

.

Scarica il comunicato